top of page

Della nascita di un artista

 

Si sentiva il profumo della pittura all'olio quando entrai in casa del mio amico Ottonello. Un profumo dolce e amaro, per tanti sgradevole come per altri famigliare. Un profumo che testimoniava i minuti, le ore, i mesi dedicati all'esplorazione artistica e che dietro alle quattro mura che formano un ambito famigliare, un salotto, una casa, lasciano l'impronta di una dinamica curiosità creativa.

 

A quei segni casalinghi da tutti noi conosciuti: alle fotografie di una famiglia unita, ai romanzi d'esordio, di scienza, si mescolavano i pennelli, i tubi di pittura rimasti aperti, e soprattutto delle immagini appena dipinte e ancora fresche. Queste immagini narrano la storia del mio amico Ottonello.

 

Il suoi dipinti parlano il linguaggio della sincerità e del gioco, della meccanica e del corpo. Le sue immagine raccontano all'osservatore la storia di una società stanca, invariabilmente desiderosa di afferrare la logica intrinseca che forma il mondo e che sfugge dalle mani svigorite dell'uomo. I suoi personaggi rincorrono il camino unico di un individuo che ha lasciato dietro delle impronte che ti inviteranno a seguirlo, a osservarlo. Queste impronte condurranno alla nascita di un'artista.

 

Nei suoi primi passi verso la pratica artistica, (date) Enrico Ottonello dimostrò fin dall'inizio la volontà tangibile di dare forma a degli scenari unici nella loro franchezza e trasparenza di contenuto. Una sincerità che, e mi sento obbligata a sviluppare questo argomento, non è comune tranne in pochi creatori che cominciano ad abbracciare la professione d'artista nella sua totalità. Non è necessario inabissarsi nei discorsi tecnici e storici per afferrare il fatto che, il mondo dell'arte contemporanea, si presenta come un vasto oceano dove l'espressività degli esseri è spesso vista offuscata dalle onde caricate di ragioni appannate, contraddittorie e persino illusorie. Perciò desidero introdurre questo personaggio che, da soltanto pochi anni, ha preso i remi per navigare in queste acque.

 

I miei occhi camminano di dipinto in dipinto. Non sono io, spettatore incuriosita per la varietà di forme che se mi presentano, che cammino fra di loro, ma son loro, le immagini, che circondano me. Accerchiano lo spettatore per il loro dinamismo, ottenuto attraverso un gioco di contrasti che definisce la pittura di Ottonello. L'uso di colori complementari è perciò una caratteristica ricorrente.

 

In Il Bene e il Male (80 x 80 cm) due mani appaiono in un dialogo muto, in un contrasto armonioso e quasi vertiginoso di colori e grana. Grazie alla divisione e disposizione di questi colori, nero su bianco e bianco su nero, la materia risolta dalla tela mentre le due braccia si estendono, lunghe e leggere, in un élan che esprime il desiderio di afferrare o accarezzare dolcemente con le dita l'area che li circonda come in un sforzo irraggiungibile e, così stabilendo un nesso con la metafisica.

 

L'immagine risalta, per non dire cammina, verso noi spettatori. Quest'uso di colori complementari chiama l'attenzione su una maniera di dipingere lontana dalla spontaneità ma sempre elaborata, per non dire quasi scientifica. Una precisione che definisce lo stile di Ottonello. Guardando i suoi dipinti vedrai tracce semplici e regolari ma se li osservi e ti introduci nei suoi scenari, vedrai risaltare dei dettagli che soltanto lo esploratore più curioso può discernere. Guarda le mani del personaggio al primo piano di Il Disfattista (120 x 100 cm): sia il loro aspetto materico, la grana, tutto come la ricchezza dei diversi toni di colori carnosi che li costituiscono, sembrano quasi in dissenso con il resto delle figure. Eppure tale dissenso è soltanto apparente dato che, è precisamente questa contrapposizione che forma l'essenza del suo soggetto con tutta la sua forza e profondità.  L'elaborazione del corpo meccanico, come dipinto in Il Ballo del Futuro (80 x 80 cm) appare in contrapposizione con quello umano per creare una coreografia tanto vivace come allegra. Il pupazzo sembra sorridere mentre che allo spettatore potrebbero venire in mente i personaggi di De Chirico. Una similitudine che si comprende, ma che non deve essere sviluppata per il fatto che Ottonello la utilizza per uno scopo tutto suo.

 

La tecnologia ha indiscutibilmente formato parte del suo sviluppo intellettuale e, se il suo dominio delle tecniche elettroniche e informatiche gli hanno permesso di formarsi professionalmente, gli hanno anche lasciato un linguaggio con il quale ha giocato fin dall'inizio della sua esperienza come artista. NAND, OMEGA, Z, uF, rivelano il simbolo “Ω” (Omega), ma, andando al di là di una semplice composizione dove i simboli, le forme e i colori si incontrano, questi elementi, sommati alle tenere forme umane, che sia un bimbo, la silhouette di una donna o dei visi privi d'identità, formano un argomento; quello del mondo di oggi. In realtà, Ottonello non usa la tecnologia come mezzo di sviluppo della creatività, ma come un punto base della sua narrativa. Tale caratteristica viene utilizzata sia come gioco (Il Ballo del Futuro), sia come mezzo di rappresentazione di sentimenti come la tristezza e la nostalgia (Sogno Adolescente MEASURES). I suoi dipinti sono delle scene dove l'essere umano è visto in tutta la sua debolezza (L'Innocenza Bruciata, 120 x 100 cm) in un intorno meccanico, magari anche solitario, dopo tutto per lui creato.

 

​

 

Varazze, July 2013

Gaston de Orellana

Natalia de Orellana

MA (Hons) Art History, The University of Edinburgh

© 2017 by Proudly created with Wix.com

Unknown Track - Unknown Artist
00:00 / 00:00
bottom of page